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Il noleggio a lungo termine piace sempre di più agli italiani: questo è quello che emerge dai dati 2023 tratti dal report UNRAE in collaborazione con il MIT.
Iniziamo col dire che, nel 2023, il settore del noleggio a lungo termine ha avuto una crescita importante, con 710.552 contratti stipulati in Italia, un aumento del 15% rispetto all’anno precedente.
Il noleggio, oggi, è quindi un asset economico importantissimo per le case automobilistiche, che riflette un cambiamento nelle abitudini di consumo e nelle preferenze di mobilità, con un numero sempre più importante di persone fisiche e aziende che scelgono il noleggio a lungo termine come soluzione flessibile e conveniente.
Ma vediamo nello specifico quali sono i dati 2023 sul noleggio a lungo termine e quali sono state le auto più amate.
La maggior parte dei contratti di noleggio a lungo termine è stata stipulata da società, con un totale di 621.626 contratti, rappresentando l’87,5% del totale e segnando un aumento del 18% rispetto al 2022.
Questo a testimonianza che le aziende sono sempre più legate al noleggio a lungo termine per via dei suoi vantaggi fiscali, ma anche gestionali per gestire la flotta. I contratti stipulati da privati, invece, hanno rappresentato il 12,5% del totale, con 88.926 contratti, con una piccola flessione del 2,4% rispetto all’anno precedente.
Altro aspetto interessante è la predominanza delle aziende non automotive nel settore del noleggio a lungo termine. Queste aziende, che in genere noleggiano veicoli come benefit per i propri dipendenti, hanno rappresentato il 75% dei contratti, con una crescita del 27% rispetto al 2022.
Un altro dato da tenere in considerazione è l’aumento della durata media dei contratti, che è passata dai 22 mesi del 2022 ai 23 mesi del 2023. Questo aumento è presente in tutti i segmenti aziendali, sintomo che i brand oggi cercano sempre più soluzioni di mobilità flessibili e per lunghi periodi. Discorso diverso, ancora una volta, per i privati: in questo caso, la durata è diminuita da 27 a 25 mesi.
Passiamo ora all’alimentazione più scelta per i veicoli a noleggio, che per il 2023 è stata il diesel. I veicoli diesel, infatti, rappresentano il 56,4% dei contratti tra le aziende, mentre tra i privati la quota è del 33,5%. La seconda scelta sono i motori a benzina, che continuano a essere popolari, soprattutto nel noleggio a breve termine, dove hanno una quota del 41,2%.
Le auto ibride, invece, stanno guadagnando terreno, in particolare tra Dealer e Costruttori, dove rappresentano il 32,8% dei contratti, e tra i privati, dove si posizionano al secondo posto.
Questo aumento nella scelta di auto ibride è in linea con la tendenza che stiamo vivendo in questo momento, dove la sostenibilità sta avendo un ruolo sempre più centrale nelle scelte dei consumatori. Le ibride sono sicuramente un ottimo compromesso tra la necessità di bilanciare le emissioni e ridurre consumi di carburante, pur mantenendo la flessibilità di un motore a combustione interna.
Passiamo ora alle auto più noleggiate del 2023. A vincere sono i SUV del segmento C, che hanno dominato le preferenze con una quota totale del 25%. Questi veicoli sono particolarmente apprezzati dalle aziende non automotive e dai privati, perché sono un ottimo compromesso per gestire sia la guida urbana che i viaggi su strada.
Al secondo posto, i SUV del segmento B, con una quota del 16,6%. Al terzo posto per numero di preferenza troviamo le station wagon, con una quota del 13,0%. Questa preferenza è stata guidata soprattutto dalle aziende non automotive, che apprezzano la loro capacità di carico e la versatilità.
Rispetto ai modelli più richiesti, questi sono:
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Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei contratti di noleggio, la Lombardia si conferma come la regione leader nel settore, con il 33,7% dei contratti firmati nell’anno. Questa predominanza è legata al fatto che la Lombardia è una delle regioni economicamente più attive d’Italia, con una presenza di aziende, sia grandi che piccole, e una popolazione densa, soprattutto a Milano.
A seguire c’è il Lazio, con il 13,9% dei contratti. Rilevanti anche il Piemonte, con una quota del 9,5%, e l’Emilia-Romagna, con l’8,4%.
